Umidità negli ambienti lavorativi: qual è il livello giusto?

Lavorare in un ambiente sano dove le temperature ambientali e l'umidità siano a norma è un diritto di ogni lavoratore e, garantire tutto questo, è un dovere di chi è deputato a gestire luoghi di lavoro pubblici e privati.

 

Si sa ad esempio che quando si alzano troppo le temperature, vi è il rischio che diminuisca eccessivamente l'umidità dell'aria che pure è necessaria per l'ossigenazione dei tessuti. Invece l'eccessiva umidità rischia di creare problematiche, come sinusite o abbassamento delle difese immunitarie. È quello che normalmente accade d'inverno con le temperature troppo fredde e che inducono ad accendere i riscaldamenti per assicurare non solo benessere, ma anche protezione all’organismo. Ma cosa avviene d'estate quando invece le temperature sono già calde?

 

La normativa in merito ai valori di riferimento dell'umidità in ambiente di lavoro

Accendere gli impianti di climatizzazione è l’unica soluzione per portare le temperature ad un livello di tolleranza. Esiste tuttavia una solida normativa che dispone in merito alle temperature ideali nell'ambiente di lavoro, in modo da garantire salute e benessere psicofisico ai dipendenti. Ad esempio, secondo il decreto presidenziale 74/2013 del 16 aprile 2013, le temperature in un ambiente di lavoro non dovrebbero mai scendere al di sotto dei 26 gradi, con un margine di tolleranza di 2°.

 

La temperatura però non è tutto. Sappiamo infatti che con degli elevati livelli di umidità, la temperatura effettiva verrà percepita in maniera decisamente maggiore. Similmente, durante i periodi freddi, potrebbe capitare che le basse temperature in associazione con la forte umidità possono sembrare ancora più penetranti e insopportabili. Per questo motivo il testo unico in materia di sicurezza sul lavoro 81/2008 stabilisce che l’umidità ideale deve avere necessariamente dei valori mai inferiori al 35%. Il decreto stabilisce inoltre che la temperatura relativa deve oscillare tra il 40% e il 60%: si tratta di una temperatura ideale che, in alcuni momenti dell’anno, è difficile da raggiungere se non attraverso il ricorso ad alcuni macchinari.

 

I normali condizionatori agiscono sia sulla temperatura che sull'umidità luoghi di lavoro. Infatti il raffreddamento dell'aria attraverso il pompaggio di aria deumidificata riduce e diluisce gradualmente l'umidità interna di un ambiente chiuso che però, come abbiamo visto, non dovrebbe mai essere inferiore al 35% perché sia rispettoso della salute psicofisica dei lavoratori.

 

Il raffrescatore è un tipo di macchinario di raffreddamento che sfrutta proprio l'utilizzo dell'acqua che, entrando a contatto con l'aria calda comincia ad evaporare e assorbire il calore esistente. Questo comporta una conseguente riduzione delle temperature interne. Tale sistema è molto indicato per luoghi di medie o grandi dimensioni, pubblici e privati, commerciali e industriali, perché consente un risparmio nei costi di installazione e gestione, un minor spreco di energia e una maggiore semplicità di applicazione e manutenzione.

 

Il raffrescatore evaporativo: come funziona

Si tratta di un processo conosciuto già da secoli, infatti nelle case dell'antica Roma venivano posizionati dei vasi e delle anfore contenenti dell'acqua proprio all'ingresso delle case, in modo che l'acqua, evaporando, raffrescasse l'aria. Si tratta dunque di una ventola inserita all'interno di un macchinario realizzato mediante l'introduzione di un impianto di raffreddamento che convoglia l'aria esterna verso i pad saturi di acqua all'interno della macchina. Il passaggio dell'aria calda sprigiona il vapore acqueo contenuto all'interno dei pud, incrementando dunque l'umidità relativa.

 

La conseguenza di questo processo è che le temperature si abbasseranno mentre il vapore acqueo aumenterà. Ecco perché i raffrescatori fissi evaporativi sono maggiormente indicati d'estate rispetto ai normali impianti di climatizzazione, in questo modo non sarà possibile ridurre drasticamente l'umidità Ma si manterrà un livello ottimale anche negli ambienti di lavoro dove la tutela della salute è di primaria importanza, sia per il rispetto delle normative vigenti e sia per il rendimento lavorativo dovuto al benessere psicofisico del lavoratore.

 

Un raffrescatore evaporativo offre il vantaggio di immettere sempre aria fresca e pulita, senza che questa sia filtrata dall'interno. Questo assicurerà un ciclo dell'aria costante che ne garantirà anche la sua qualità. Inoltre è possibile assicurare un risparmio energetico, poiché si tratta di un macchinario che sfrutta una minima quantità di energia elettrica ed eviterà sbalzi di temperatura eccessivi.